Come si suonano le Launeddas(I)
(Here
for the english version)
Premessa
Nessun strumento musicale polifono a fiato diretto viene alimentato
da fiato continuo, ad esclusione delle Launeddas, che vengono suonate ininterrotamente
anche quando si eseguono note staccate o pause, calando simultaneamente
di tono alla nota dell'accordo e alla nota della tonalità della
suonata nel momento del distacco o della pausa; ragion per cui il suonatore
di launeddas deve soffiare continuamente dall'inizio alla fine dell'esecuzione
senza la minima interruzione.
Al lettore che non ha nessuna dimestichezza con le launeddas sembrerà
quasi certamente inconcepibile suonare tutto ad un fiato per un intera
sonata che può durare anche più di un ora. Questo succede
perché non sa che il suonatore riesce a riprendere fiato a suo agio
senza interrompere di suonare.
Ecco la meccanica
:l'esecutore prende fiato all'inizio della sonata per riprenderlo ad ogni
semibreve, nei primi tre tempi mette a riserva il fiato per l'ultimo quarto
della semibreve gonfiando un pò a forza le gote. Nell'ultimo quarto,
contemporaneamente sgonfiando le gote e comprimendo il fiato in esse accumulato
dentro le launeddas, riprende fiato inspirando l'aria dal naso e così
via.
Come si impara il fiato continuo
La meccanica per imparare il fiato continuo è la stessa innanzi
descritta per il suonatore; per l'allievo però si differenzia in
quanto anche se è persona adulta, prima d'imparare, non può
produrre il fiato necessario per suonare; dovrà adoperare quindi
un cannellino al posto dello strumento vero.
Daremo qui di seguito le istruzioni affinchè ognuno possa costruirsi
questo Cannellino e le istruzioni per impararne l'uso.
Si prenda una penna biro, si asporti il contenitore dell'inchiostro e si
tappi il forellino laterale; tra quest'ultimo e la parte Superiore della
cannuccia biro é situato il tappino di plastica, che resterà
chiuso; vi si pratichi un altro forellino più piccolo del precedente.
Per quest'ultima operazione si può usare la punta di un ago arroventata.
Si riempia poi un bicchiere d'acqua e dopo averlo appoggiato sul tavolo
s'imbocchi la cannuccia della biro dalla parte in cui si è asportato
il contenitore dell'inchiostro, lo si immerga nell'acqua del bicchiere
fino a Coprire il nuovo forellino e si soffi; si noteranno le bollicine
che verranno a formarsi ed anche il gorgoglio da esse creato.
Si noterà logicamente, che quando si interrompe di soffiare, le
bollicine verranno a mancare.
Riepilogando quindi : imboccare l'astuccio biro, immergerlo nell'acqua
e soffiare come il suonatore soffia le launeddas. Ripetiamo: nei primi
tre tempi cioé all'uno, due, tre, mettere a riserva il fiato per
l'ultimo quarto, gonfiando un pò a forza le gote. Nell'ultimo quarto
( sempre senza interrompere di soffiare) contemporaneamente sgonfiando
le gote e comprimendo il fiato in esse accumulato dentro il cannellino
biro, riprendere fiato inspirando l'aria dal naso, e continuare soffiando
l'altra semibreve. Se non si é riusciti la prima volta, ritentare.
Non bisogna disperare perchè buona parte delle persone, dopo aver
capito bene il meccanismo sono riuscite a fare il fiato continuo in pochissime
volte.
L'allievo imparato questo, necessita solo di allenamento fino a che riesce
ad andare avanti per almeno dieci minuti. Dopo questo si può dire
di essere a buon punto, in quanto è arrivato a toccare con mano
e a risolvere il problema che sembrava irrisolvibile.
lo sviluppo del fiato...